giovedì 22 febbraio 2018

Stefano d'Amico: "Così l’Alfa Romeo ha preso il mio cuore"

"C'è intesa e comunione d'intenti indirizzati alla creazione di un polo d'aggregazione tra estimatori e cultori del motorismo storico, per la salvaguardia del patrimonio culturale motoristico del Paese." E' la frase più volte ripetuta nel corso del suo incontro con Angelo Sticchi Damiani, Presidente Automobile Club d'Italia e di ACI Storico, per la stesura dell'accordo tra le due Associazioni. E’ il più recente colpo del Riar. Partiamo da qui, ce lo racconti.

"L’Automobile Club d’Italia è praticamente nato con l’automobile; è stato fondato nel 1905 e rappresenta la storia dell’automobilismo in Italia; quello vero, quello degli albori. Quello della nascita dell’Alfa Romeo e dei suoi innumerevoli successi sportivi dovuti a quel manipolo di eccezionali piloti come Campari, Nuvolari, Varzi, Fangio, ... che di questo marchio hanno contribuito a crearne il mito".

Il Riar nasce invece nel 1962, a Roma. Viene fondato da illustri personaggi animati esclusivamente da tanta sana e semplice passione lontani e indifferenti da ogni forma di mercantilismo che oggi attanaglia un pò troppo questo intero settore.  E l’Alfa Romeo che ne intuì gli scopi genuini e l’impegno entusiasta, fondamentali per promuovere meglio e ovunque la propria immagine, gli offrì sede e sostegno prima al Portello poi ad Arese anche al fine di meglio guidarne il cammino.

Ultimamente il Presidente ACI Sticchi Damiani, grazie alla sua antica passione e alla cultura che lo animano, ha creato il Club ACI Storico e ha ritenuto di di arricchirne contenuti, professionalità e competenze promuovendo un accordo con il Riar, associazione antica e prestigiosa che nel 1968 fu persino tra i soci fondatori dell’ASI la cui immagine è oggi un po' offuscata.  Un ulteriore impegno del Riar questo per essere vicino alle Istituzioni e lavorare con esse per offrire servizi opportunamente mirati e sempre migliori ai propri associati".

 La promozione e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e sportivo dell’Alfa Romeo è stata la sua missione, la sua ossessione in un certo senso. E’ corretta questa percezione?

"L’Alfa Romeo ha preso il mio cuore fin da bambino quando scoprii nella campagna dei miei nonni in Sicilia una vecchia Alfa Romeo abbandonata in una stalla per nasconderla ai militari tedeschi in ritirata verso la fine dell’ultima guerra. Era dietro una mangiatoia di buoi, senza le ruote, coperta da tavole e fieno, trasformata in un bel gallinaio, ma aveva quello strano stemma sul radiatore che rapì la mia fantasia e catturò il mio cuore!

Ho conosciuto nel tempo personaggi magnifici, di grande carisma e cultura, che mi hanno legato ancora di più al mondo dell’auto d’epoca e dell’Alfa Romeo in particolare. Il barone Giorgio Franchetti, che mi ha insegnato a capire ed amare anche il Futurismo ed i suoi esponenti, il conte Lurani a Milano con le sue storie e i tanti aneddoti, i grandi Gigi Bonfanti e Maurizio Tabucchi, veri e puri esperti di Alfa, tanti piloti, tanti uomini dell’Alfa, vari Presidenti, ... E la passione divenne un’ossessione!".

Chi è il protagonista del Riar?

"Ma i nostri Soci naturalmente; non possono che essere loro. E’ il loro entusiasmo che ci sprona a fare sempre meglio per tenere viva e attiva questa bella, sana passione. Ed ognuno di loro ha la sua storia da raccontare, il suo modo di viverla e il suo modo di esserci, tutti accomunati da vera passione e forte amicizia. Ottimi sentimenti da condividere in questi tempi piuttosto decadenti.  Loro sono sempre stati l’orgoglio del mio lungo impegno con il Riar".

In tanti anni di presidenza Riar ha conosciuto personaggi di ogni tipo. Il suo ricordo alla scomparsa di Maurizio Tabucchi, giornalista, storico e Direttore di Quadrifoglio, è stato toccante. Lei scrisse “Scrivere di Maurizio Tabucchi vuol dire per me ripercorre quasi 50 anni della mia vita, la vita del sorriso, della passione condivisa, dell’amicizia. Quella che fa dimenticare molte ambasce del quotidiano e ti trasporta, come fosse un sogno, lungo strade insolite e sconosciute guidando vecchi ferri che un tempo suscitavano solo ilarità e malcelati sguardi di compatimento”. Sembra la descrizione della passione…

"Ho accennato a Bonfanti e Tabucchi alla sua domanda di prima. Loro sono stati i compagni della mia vita, gli amici di sempre con cui ho condiviso non solo la mia passione ma anche i miei dolori; e ne ho avuti diversi ! Loro hanno portato al Riar competenze e professionalità elevatissime, sempre svolte a titolo gratuito con grande capacità e serietà tanto da essere oggi riconosciute in ogni parte del mondo, insegnamenti fondamentali e preziosi che improntano oggi la nostra Commissione Tecnica e la nostra autonomia. Questi personaggi non ci sono più da tempo, portati via dal grande impegno/passione che ha improntato la loro vita.  Se solo si fossero risparmiati un po' di più ...

Nel Riar, anche grazie a loro, non c’è mai stata alcuna forma commerciale e speculativa. Siamo anzi la miniera, ricca e fruttuosa, cui in tanti cercano di mettere mano.  Tutti noi, a differenza di altre associazioni, operiamo a titolo del tutto gratuito e spesso con un impegno tale che non avrei mai attuato, ma neppure concepito, quando ero in piena attività professionale... Pure ben retribuita!"

1925. L'Alfa - Anonima Lombarda Fabbrica Automobili - giovane Casa automobilistica milanese nata dalla fallita francese Darraq si sta facendo sempre più largo a suon di vittorie clamorose nel mondo esclusivo delle corse, ho letto in un suo articolo. Come si è passato dai tempi eroici dell’Alfa Romeo, che in quello stesso anno dopo aver dominato l'anno prima in Sicilia alla Targa Florio, stravince il primo Campionato del Mondo di automobilismo, a quelli di oggi?

"Questa domanda è impegnativa, e per dare una bella risposta ci vorrebbero... 100 anni! Ho parlato di questa storia affascinante sui vari libri che ho scritto in questi anni.

L’Alfa Romeo, pur se nata da un fallimento, nasceva bene. I suoi creatori erano persone che vedevano lontano. Tecnici magnifici sotto un blasone illustre e glorioso che diverrà celebre anche su altri campi di battaglia : le piste, c’era un certo Henry Ford che si scappellava al suo passaggio, personalità e grandi signori che se le contendevano,  ...  Enzo Ferrari, che agli albori della sua carriera vi fu assunto come impiegato, dichiarò sempre che i meccanici dell’Alfa sapevano fare i guanti alle mosche !  Un’Azienda sempre turbata, sin dal suo nascere, da ogni sorta di difficoltà, economiche, sindacali, politiche, sociali, militari,  ... eppure sempre risorta e sopravvissuta fino ad oggi appunto. Spesso con vere ed abili acrobazie finanziarie e ferrea volontà. Il suo antico stemma è riapparso da due anni sulle piste più importanti del mondo ... anche se su vetture Ferrari di F1.  Niente di nuovo insomma; un ritorno al passato ma ... pensando al futuro.


Parliamo di auto. Il Riar sotto la sua direzione si è occupato di tutto, dalla P2 all’Alfasud. Ci spieghi la strategia.

"Agli inizi eravamo quattro amici al bar... E la massima occupazione era solo quella di ritrovarsi con i nostri vecchi ferri e andarcene a spasso; un po' ovunque, bastavano un paio di telefonate e si partiva. Poi siamo cresciuti ed è cresciuto l’interesse per le auto storiche, un mondo particolare dove l’Alfa Romeo e le Bugatti la facevano da padrone.  Molti non lo sanno, ma il Riar, con il sostegno tradizionale e concreto dell’Alfa Romeo, si inventò la prima Mille Miglia storica nel 1968, e poi la rievocazione della Milano - San Remo nel 1969 ed ancora la Targa Florio storica nel 1973, ... insomma avevamo messo giù tutte le premesse per accendere nuovi entusiasmi e grandi passioni ! E i nostri associati aumentavano, nuove vetture entravano nel settore delle storiche tra cui l’Alfasud. Io ne avevo una grigio chiara targata proprio Roma P2 ..... vede come ho risposto alla sua domanda, P2 e Alfasud. Era l’auto di tutti i giorni, povera e bella, mai un problema anche se manomessa dal preparatore Angelini. La vendetti ... per vergogna ( mi prendevano tutti in giro, non solo in famiglia ma persino in Alfa e persino l’allora Presidente dell’IRI, Professor Prodi, che dell’Alfa – Finmeccanica era padrone ), ed oggi la rimpiango per rabbia !  Mi rimproverò anche Maurizio Tabucchi .... te ne pentirai, mi disse. Aveva ragione. Oggi abbiamo creato un club nel club : “Instant Classic Registro Alfa Romeo” dove vogliamo riunire tutte le vetture più recenti Alfa Romeo , ivi incluse quelle di produzione. Quel loro antico stemma sul cofano le rende diverse dalle altre auto più o meno simili, con occhi a mandorla o meno. Esso racchiude infatti tanta di quella storia da renderle ... preziose. Mentre le guidi devi sapere che stai guidando sulla storia.

Strategie : al Riar ne abbiamo fatte sempre poche, forse sbagliando, perchè, mossi esclusivamente dalla passione, abbiamo sempre pensato solo all’interesse dei nostri soci e ad assicurare loro servizi e benefici per alimentarne ulteriormente passioni ed entusiasmi. Il Riar fu promotore del famoso articolo 60 che riconosce per legge i Registri di marca e gli conferisce autorevolezza nelle certificazioni e agevolazioni fiscali agli aventi diritto. Per non citare le numerose collaborazioni con i Ministeri preposti alla stesura del Nuovo Codice della Strada, ecc. ecc.




giovedì 8 febbraio 2018

La famosa storia del mago (e della banana...)


Circa 40 anni fa, in mezzo alla campagna toscana nei pressi di Montalcino, il paese del magnifico vino Brunello, capitai per caso in una specie di antro, con scritto fuori officina. Ma dentro, in mezzo al lordume, c'era di tutto, da un vecchio trattore smontato ad anneriti motori di ogni tipo, fra attrezzi di contadini e un cane che russava, odori di vario genere, e in un angolo una Rumi Formichino arrugginita appoggiata ad una Guzzi 500 senza una ruota ma sicuramente dal passato sportivo.

Aveva dei numeri di gara gialli e un serbatoio benzina sormontato da un serbatoio dell'olio. Anni dopo amici esperti mi spiegarono che era un Dondolino ... Ma in fondo, coperta di polvere, gomme a terra, in uno stato pietoso giaceva una Giulia SS di un improbabile colore verde smeraldo, assai opaco e ... orrendo.

Il "titolare" era adeguato ma io provai un immediato sentimento ... per la povera Giulia ovviamente, e l'affare si concluse. Me la feci caricare subito su un carro attrezzi e la portai a Roma da Franco Angelini, detto "il mago" perchè nella sua immacolata officina, o meglio atelier di eccellente meccanica, si compivano vere magie sui motori e si elaboravano Alfa Romeo imbattibili. Quelle di Ignazio Giunti, per esempio, spesso superiori a quelle ufficiali dell'Autodelta o i motoscafi racer di Giulio De Angelis, pluri Campioni del Mondo.

Angelini appena la vide entrare nel suo santuario pieno di trofei e cimeli vinti ovunque, tra GTA e 75 Superturismo, attaccò una litania di parolacce nel tipico e colorito linguaggio romanesco che gli era familiare, minacciando di chiamare l'ufficio d'igiene, la derattizzazione, gli antitetanici, intimandomi alla fine " de portà subito allo sfascio 'sta banana fràcica ", .... insomma la cacciò via.

Così la portai da Felice Re, bravo e simpatico carrozziere Alfa Romeo con bottega sull'Appia Antica che smontò tutto quello che era rimasto, la sabbiò totalmente, riparò le varie falle, martellò le lamiere, rinforzò in dima dietro mie indicazioni tutti i punti più deboli, saldò un bel roll bar, la verniciò di un magnifico rosso e .... la riportammo da Angelini per prepararla a dovere e farla correre nel neonato Campionato Auto Storiche. E di nuovo mi dovetti sorbire la solita litania anche se in tono minore (il gran cuore Alfa iniziava a spingere !) : prima de parlà magnamose du' rigatoni poi vedèmo, voi nun capite un ca...volo, è mejo montà sulle nipoti che sulle nonne, ecc. ecc.

Però sotto sotto questa nuova sfida lo stuzzicava un bel po' e la macchina nuda, bellissima e ansiosa, finì sotto le sue mani magiche. Dopo neppure un mese, mentre i suoi montavano tutta la meccanica opportunamente preparata per un impiego agonistico ( alleggerimenti e fori da tutte le parti ), mi telefonò e mi convocò con urgenza.  Il motore era al banco prova e mi aspettava per metterlo in moto. Primi scoppi : pa, pum pa, pa,pa, pum pa, pa, papà, pum, papà, e in quel frastuono mi dice : O' senti ? me sta a chiamà !! Io lo guardo strano.  Ma che sei pure sordo ?  mi fa. Nun senti ? papà ! papà ! Me chiama papà !! e intanto questa povera "creatura " appena nata già vagiva a 7.500 giri ! Il giorno dopo già urlava a oltre 8 e alla bilancia tirava circa 160 cavalli !

Mentre la signora Carla che abitava al piano di sopra strillava anche lei dalla finestra come una pazza, in italiano ugualmente aulico ma comprensibile, soprattutto dal tono e dai gesti : Angelì !! so' vent'anni che me rompete li cojoni, bastaaaa !!!  Nun ne posso più !!

Un sabato si andò in spedizione a Vallelunga per metterla a punto in pista insieme a Claudio Francisci, fortissimo pilota romano tuttora in gloriosa attività con potenti prototipi. Dopo un paio di giri Francisci si ferma, dice di chiuderla davanti di 2/3 mm, di mettere le gomme interne a 2.6 e le esterne a 2.4. Mah ? Altri due giri, il tempo è sceso di oltre un secondo a giro e le gomme sono tutte e quattro a 2.6. Eh, lo so ! Il manico è manico ma la Giulia era un aereo. E l'esclamazione di Angelini, mentre tutto orgoglioso apriva il cofano, fu unica : avemo drizzato pure 'sta banana, riferendosi ovviamente alla forma della SS.

Un'altra magia del mago romano la cui banana (la Giulia SS) gli portò un altro Campionato Italiano e numerose vittorie con i colori del Riar e della Scuderia Campidoglio. Quei magnifici maghi non ci sono più ma l'imbattibile "banana" è ancora in pista. Questa Giulia finì in Francia, vinse il campionato francese ed ora è in Inghilterra dove continua a mietere successi.