giovedì 16 novembre 2017

C'era una volta un mago... E una banana


Circa 40 anni fa, in mezzo alla campagna toscana nei pressi di Montalcino, il paese del magnifico vino Brunello, capitai per caso in una specie di antro, con scritto fuori officina. Ma dentro, in mezzo al lordume, c'era di tutto, da un vecchio trattore smontato ad anneriti motori di ogni tipo, fra attrezzi di contadini e un cane che russava, odori di vario genere, e in un angolo una Rumi Formichino arrugginita appoggiata ad una Guzzi 500 senza una ruota ma sicuramente dal passato sportivo.

Aveva dei numeri di gara gialli e un serbatoio benzina sormontato da un serbatoio dell'olio. Anni dopo amici esperti mi spiegarono che era un Dondolino ... Ma in fondo, coperta di polvere, gomme a terra, in uno stato pietoso giaceva una Giulia SS di un improbabile colore verde smeraldo, assai opaco e ... orrendo.

Il "titolare" era adeguato ma io provai un immediato sentimento ... per la povera Giulia ovviamente, e l'affare si concluse. Me la feci caricare subito su un carro attrezzi e la portai a Roma da Franco Angelini, detto "il mago" perchè nella sua immacolata officina, o meglio atelier di eccellente meccanica, si compivano vere magie sui motori e si elaboravano Alfa Romeo imbattibili. Quelle di Ignazio Giunti, per esempio, spesso superiori a quelle ufficiali dell'Autodelta o i motoscafi racer di Giulio De Angelis, pluri Campioni del Mondo.

Angelini appena la vide entrare nel suo santuario pieno di trofei e cimeli vinti ovunque, tra GTA e 75 Superturismo, attaccò una litania di parolacce nel tipico e colorito linguaggio romanesco che gli era familiare, minacciando di chiamare l'ufficio d'igiene, la derattizzazione, gli antitetanici, intimandomi alla fine " de portà subito allo sfascio 'sta banana fràcica ", .... insomma la cacciò via.

Così la portai da Felice Re, bravo e simpatico carrozziere Alfa Romeo con bottega sull'Appia Antica che smontò tutto quello che era rimasto, la sabbiò totalmente, riparò le varie falle, martellò le lamiere, rinforzò in dima dietro mie indicazioni tutti i punti più deboli, saldò un bel roll bar, la verniciò di un magnifico rosso e .... la riportammo da Angelini per prepararla a dovere e farla correre nel neonato Campionato Auto Storiche. E di nuovo mi dovetti sorbire la solita litania anche se in tono minore (il gran cuore Alfa iniziava a spingere !) : prima de parlà magnamose du' rigatoni poi vedèmo, voi nun capite un ca...volo, è mejo montà sulle nipoti che sulle nonne, ecc. ecc.

Però sotto sotto questa nuova sfida lo stuzzicava un bel po' e la macchina nuda, bellissima e ansiosa, finì sotto le sue mani magiche. Dopo neppure un mese, mentre i suoi montavano tutta la meccanica opportunamente preparata per un impiego agonistico ( alleggerimenti e fori da tutte le parti ), mi telefonò e mi convocò con urgenza.  Il motore era al banco prova e mi aspettava per metterlo in moto. Primi scoppi : pa, pum pa, pa,pa, pum pa, pa, papà, pum, papà, e in quel frastuono mi dice : O' senti ? me sta a chiamà !! Io lo guardo strano.  Ma che sei pure sordo ?  mi fa. Nun senti ? papà ! papà ! Me chiama papà !! e intanto questa povera "creatura " appena nata già vagiva a 7.500 giri ! Il giorno dopo già urlava a oltre 8 e alla bilancia tirava circa 160 cavalli !

Mentre la signora Carla che abitava al piano di sopra strillava anche lei dalla finestra come una pazza, in italiano ugualmente aulico ma comprensibile, soprattutto dal tono e dai gesti : Angelì !! so' vent'anni che me rompete li cojoni, bastaaaa !!!  Nun ne posso più !!

Un sabato si andò in spedizione a Vallelunga per metterla a punto in pista insieme a Claudio Francisci, fortissimo pilota romano tuttora in gloriosa attività con potenti prototipi. Dopo un paio di giri Francisci si ferma, dice di chiuderla davanti di 2/3 mm, di mettere le gomme interne a 2.6 e le esterne a 2.4. Mah ? Altri due giri, il tempo è sceso di oltre un secondo a giro e le gomme sono tutte e quattro a 2.6. Eh, lo so ! Il manico è manico ma la Giulia era un aereo. E l'esclamazione di Angelini, mentre tutto orgoglioso apriva il cofano, fu unica : avemo drizzato pure 'sta banana, riferendosi ovviamente alla forma della SS.

Un'altra magia del mago romano la cui banana (la Giulia SS) gli portò un altro Campionato Italiano e numerose vittorie con i colori del Riar e della Scuderia Campidoglio. Quei magnifici maghi non ci sono più ma l'imbattibile "banana" è ancora in pista. Questa Giulia finì in Francia, vinse il campionato francese ed ora è in Inghilterra dove continua a mietere successi.