lunedì 14 gennaio 2019

Così parlò Enzo Ferrari … quasi una profezia

(Estratto da “Le briglie del successo” di Enzo Ferrari, settima edizione 1970)

               
Ferrari e Luraghi
“…Fu un ritorno fugace, un breve incontro. Ho varcato i cancelli del Portello il 15 luglio 1964, ventiquattro anni dopo che ne ero definitivamente uscito. L’occasione era data dal mio desiderio di ringraziate il presidente Giuseppe Luraghi per avermi permesso, non essendomi stato concesso il circuito di Monza, di provare le mie vetture prima della corsa di Les Mans sulla nuova pista sperimentale che l’Alfa Romeo aveva appena finito di costruire a Balocco, vicino Vercelli.
Entrai nel vecchio cortile di via Gattamelata e, quasi tremando, mi guardai incontro. Poche cose erano cambiate. Sentii però un’aria più impersonale che annebbiò un poco la mia emozione. Luraghi, che avevo già conosciuto nel 1946 quando era direttore centrale alla Pirelli, fu con me quasi affettuoso. Non mi consentì di completare il ringraziamento, disse che era lieto di aver potuto fare per le mie macchine una piccola cosa dopo tutto quello che io avevo fatto per l’automobilismo italiano. …. Ricordammo il passato, parlammo di tante cose di ieri e di oggi. Sentii la delusione di questo uomo di antica tradizione democratica, di origini umanistiche. Sentii la sua amarezza nel vedersi prigioniero, lui così energico e volitivo, di realtà superiori. E quando uscii dalla mia cara e vecchia Alfa, pensai con amarezza che i programmi del suo presidente, che certamente tendevano a rinverdire i suoi allori, non soltanto sportivi, venivano rimandati a un vago futuro. Strano e contrariante destino degli uomini che restano fedeli alle idee. Destino che io ho dovuto più volte subire.

  Gli stabilimenti Alfa Romeo al Portello negli anni ‘30  

Gli anni passano rapidi: siamo nel 1969. Ho incontrato ancora il presidente Luraghi a Modena. …. La situazione era mutata dal nostro incontro al Portello. …. L’Alfa era tornata alle corse con la sezione Autodelta. Luraghi mi confermò che qualche mese prima l’avvocato Agnelli era stato da lui. Mi sovvenne l’antico progetto di una “Scuderia Italia” che risaliva al 1937, quando l’Alfa diceva “no” alle corse se non attraverso la Scuderia Ferrari. Allora, d’accordo con l’ingegner Ugo Gobbato, lo esposi al professor Valletta. Alla grande sfida germanica si poteva opporre una coalizione tutta italiana. Quell’idea sfumò risultando difficile una simile unione di interessi.
Ora tornava attuale ? Dall’incontro di Agnelli e Luraghi, come seppi, era nata infatti la proposta di partecipare insieme al rilevo della Ferrari, la quale avrebbe potuto così continuare i suoi programmi sportivi. Questa intesa Fiat-Alfa-Ferrari non si concretò …. Questi i principali fattori negativi di parte Alfa: gli oneri sorgenti da una attività che sarebbe risultata pubblicitariamente molto indiretta e il fatto di aver già avviato tecnico sportiva diretta con l’Autodelta.
Luraghi mi lasciò con una significativa stretta di mano. “Ferrari, concluse, il giorno in cui lei avesse a cessare i suoi rapporti con la Fiat, la mia società sarà onorata di legare a quello della Ferrari il suo nome”. …. La storia della Ferrari sarebbe potuta tornare alle origini ….. “