martedì 13 marzo 2018

E Der Teufel entrò nella leggenda...



18 luglio 1935. Malgrado la stagione, pioggia e cielo grigio, quasi come segno infausto, fanno da sfondo  all'imminente Gran Premio di Germania al Nurburgring. Oltre 300.000 spettatori e le più alte autorità del Reich, Fuhrer compreso, affollano le tribune e i bordi della pista sotto migliaia di bandiere con la croce uncinata. I tedeschi sono pronti a festeggiare l'osannata vittoria, tutta germanica, delle potentissime Mercedes e Auto Union, esempio della più raffinata e moderna tecnologia teutonica. La gara, che nasconde sottili ma evidenti risvolti politici, si annuncia come l'evento più importante dell'anno; alle cinque Mercedes (Caracciola, Lang, Von Brauchitsch, Fagioli, Geiger) e alle quattro Auto Union (Varzi, Rosemayer, Stuck, Pietsch) si contrappongono le vecchie Alfa P3 della Scuderia Ferrari con Nuvolari, Brivio e Chiron, poi alcune Maserati, la Bugatti di Taruffi e la 8C Monza di Balestrero per una lunga gara di 500 km.

I pronostici sono ovviamente scontati e persino il potente Alfred Neubauer, Direttore Sportivo della Mercedes, dichiara alla stampa che il nostro Nuvolari ha solo un grande passato mentre presente e futuro appartengono ai piloti del Fuhrer.

Partenza con pioggia. Caracciola prende il largo inseguito da Rosemayer e da un Nuvolari .... indiavolato. Il ritmo imposto da Nuvolari che non molla un attimo non lascia tregua su un circuito lungo, impegnativo e assai insidioso. Rosemayer non lo regge e sbatte contro le barriere rovinando l'avantreno. Tazio, secondo, controlla Caracciola e poi lo infila con decisione. Passa così primo sul traguardo inseguito a distanza da ben nove macchine tedesche, si ode il rombo  della sola P3 tra un silenzio smarrito e la bandiere afflosciate dalla pioggia. La mattina ha detto a Ferrari : "Me lo sento, oggi vinco io ! Prepara la bandiera italiana" ma non lo hanno preso troppo sul serio ! Sempre il solito sbruffone.

Intanto le P3 di Brivio e Chiron avevano esalato l'ultimo respiro ed erano ferme ai box. A metà gara Nuvolari, primo, si ferma ai box per rifornimento e cambio gomme. Un disastro. Per la fretta si spacca la pistola della benzina che viene travasata a mano; Nuvolari impreca come un turco e riparte come un folle ! Il ritardo lo ha portato in sesta posizione e la rabbia fa scatenare il mantovano che con furia e tenacia riprende tutti e infila allo spiedo prima Stuck, poi Fagioli e quindi Rosemayer. Dai box il Direttore  Ferrari gesticola invitandolo alla cautela ma Nuvolari risponde con un gestaccio.

Passa con foga Caracciola, secondo, che non se lo aspetta e si fa sotto a Von Brauchitsch che appena si accorge, a mezzo giro dal termine, di aver incredibilmente Nuvolari alle spalle va in tilt. Sbanda alcune volte, affronta curve fuori traiettoria e gli scoppia una delle gomme, già sulle tele per la strapotenza del suo motore. Mancano pochi chilometri. Nuvolari va in testa, lo speaker e la folla ammutoliscono, il volto di Hitler, già pallido di suo, diventa ancora più bianco per la collera mentre le alte cariche del III Reich intorno a lui son terree per la paura delle prossime ritorsioni. Nuvolari è primo davanti Stuck e Caracciola. Panico totale. Gli organizzatori non avevano neppure preparato l'inno nazionale italiano. Ma in Italia la radio e l'Istituto Luce trasmettono subito l'esaltante notizia della grande vittoria, tipica dell'Italia e dello spirito fascista. Ma qui ha vinto l'Uomo, e solo lui. E da allora i tedeschi lo chiameranno Der Teufel ... il diavolo. Un diavolo che entra nella leggenda.


Il Trofeo consegnato da Hitler a Nuvolari. Salvato dalla dispersione del suo archivio è ora conservato al Museo Nuvolari di Mantova