giovedì 26 ottobre 2017

Il Monumento all'Alfa Romeo raccontato da Stefano d'Amico



 L'Alfa Romeo è indiscutibilmente una delle più note Case automobilistiche del mondo e nel 2010 ha compiuto ben 100 anni.  Pensate quale evento straordinario esso sia stato per una Azienda tuttora in attività la cui storia ormai sconfina nella leggenda.  Una Azienda otre cento anni fa non certo piccola, la nostra ALFA; nata dal fallimento di un'altra casa automobilistica, la Darraq, essa ha avuto sempre una vita piuttosto travagliata, continuamente gravata da agitazioni sindacali, mutamenti di assetti societari, problemi economici, due grandi conflitti bellici, scioperi, sabotaggi e attentati, agitazioni continue ed ingerenze politiche di ogni genere, ... Eppure, malgrado tutto, da quelle celebri officine del Portello e di Arese, dove "i meccanici sapevano fare i guanti alla mosche !", come diceva Enzo Ferrari, sono venute fuori vetture famose, guidate da piloti entrati anche essi nella leggenda, che hanno vinto tutto quello che c'era da vincere sulle piste e sulle strade di tutto il mondo. E non solo con automobili.

 Il suo stemma, l'antico Biscione della nobile famiglia dei Visconti di Milano, che risale addirittura al sec. XI°, l'epoca delle Crociate, ha sempre conquistato il cuore di ogni sportivo e ovunque fatto esclamare: "E' un'Alfa Romeo!". E il Quadrifoglio, un simbolo della fortuna che, bisogna riconoscere, ha comunque sempre accompagnato la vita dell'Alfa, posto sui suoi cofani ha identificato l'anima sportiva e l'aggressività di tutte le vetture del "Biscione".  Simboli ancora vivi per un mito immortale.
 Ebbene, oggi là, al Portello, dove un tempo sorgevano quei famosi stabilimenti i cui prodotti hanno oscurato più di una volta la fama di Case ben più potenti, sorge oggi un grande centro commerciale che, pur con avveniristiche architetture, non ha niente che ricordi i famosi progettisti come Merosi, Jano, Satta Puliga, Chiti, ... che  in quei luoghi hanno creato dei capolavori oppure quei piloti che li hanno sempre portati al successo come Campari, Nuvolari, Fangio, .... ed infiniti altri.   E con loro i carrozzieri che di quei capolavori di meccanica hanno fatto incredibili opere d'arte: Zagato, Touring, Castagna, Pininfarina, ... Persino Enzo Ferrari, che in Alfa e con l'Alfa ha costruito il suo successo e la sua gloria, ha sempre dichiarato che l'Alfa Romeo fu per lui gran maestra di vita e da essa ha tratto i più importanti insegnamenti per la sua esistenza !

 Fino al 2010 nulla più esisteva a Milano o nel mondo che ricordasse degnamente la Casa che noi amiamo, o le sue vetture, anche le più moderne, che ancora sanno dare tante emozioni e piaceri a chiunque abbia la fortuna di guidarle.  Ognuna di esse racconta e rappresenta tuttoggi una storia affascinante fatta di uomini con la voglia di vincere. Sempre. Questa era una ingiustificata "damnatio memoriae" che l'Alfa proprio non meritava e noi del RIAR non potevamo accettare.

 Ed è proprio per questo che il Registro Italiano Alfa Romeo (RIAR), che dal 1962 vive in Alfa e riunisce tanti appassionati nel mondo, ha  voluto rendersi, anche in loro nome e rappresentanza, promotore di una iniziativa che finalmente e definitivamente ricordasse ai posteri la Casa milanese e quanto essa sia stata importante nei nostri cuori e nella storia dell'automobilismo. E' pertanto con questo spirito che, con l' occasione delle celebrazioni del Centenario Alfa Romeo (1910 - 2010),  si è voluto realizzare un monumento da offrire alla Città di Milano e agli appassionati ma da collocare soprattutto in un'area di grande impatto emotivo e comunque di grande frequentazione.  Un monumento a ricordo e in omaggio per coloro che hanno reso la storia dell'Alfa una leggenda immortale che ha sempre esaltato il genio, lo stile e l'eccellenza del " fare " italiano.
 Il progetto del monumento voluto dal RIAR, firmato da Antonio Rosti e Ramon Sellers, è stato l'ultimo lavoro in assoluto eseguito dal Centro Stile Alfa Romeo di Arese, prima del suo trasferimento a Torino, e ha voluto trovare ispirazione nella vettura 1900 C52 " Disco Volante " degli anni '50 le cui linee avveniristiche, perfetta simbiosi tra passato e futuro, sono un inno al design e alla velocità.   E il tutto doveva essere realizzato in bronzo ... così da durare nel tempo e nella memoria.  Per far confluire però le pur stupende forme di un' automobile in una scultura ci voleva un grande artista.  Meglio ancora se milanese, data la storia dell'Alfa.

 Il Maestro Agostino Bonalumi (frequentando lo studio di Enrico Baj dove conobbe Lucio Fontana, Piero Manzoni ed Enrico Castellani divenne uno dei più grandi Maestri dell'arte astratta del '900), recentemente scomparso, peraltro faceva parte del gruppo di artisti scoperti e promossi dal barone Giorgio Franchetti, cofondatore del RIAR nel 1962 con Francesco Santovetti, ci è subito sembrato la figura ideale cui affidare la realizzazione del nostro sogno.  Avevamo trovato il binomio perfetto : il Centro Stile di Arese ed Agostino Bonalumi.

 Le linee dell'automobile si sono così fuse con le steli e le estroflessioni di circa quattro metri dedicate all'Alfa da Bonalumi. Il Maestro con le sue famose estroflessioni, che sembra nascondino musi, parafanghi o appendici aerodinamiche di Alfa, ne ha infatti letteralmente elevato il valore artistico e culturale verticalizzando le forme sinuose della vettura in una simbiosi di arte e velocità, come se il vento ne avesse formato le linee e trasformato il basamento in una pista di decollo.
 L'automobile è simbolicamente la velocità, le colonne sono gli obelischi della civiltà contemporanea.  Le superbe steli che erette richiamano l'attenzione sull'aerodinamicità dell'elemento orizzontale, ricavato dalle curve flessuose di una vettura del Museo di Arese ma che, rispetto al modello originale, la Disco Volante, ne hanno snellito tutti gli elementi che la obbligano a stare in terra.  Non ci sono le ruote perchè sono superflue, non ci sono le maniglie perchè sono superflue, non i vetri perchè superflui e neppure il motore perchè è già nel cuore stesso della fusione.  Le curve che fuoriescono dagli elementi verticali dialogano con il muso dell'automobile, pur essendo tipici dell'arte di Bonalumi.  L'auto sembra fatta da lui e le colonne dal Centro Stile di Arese.

  La magnifica scultura di proprietà del RIAR, collocata davanti l'ingresso principale della Fiera di Milano Rho, dal 24 giugno 2010 da il benvenuto a milioni di visitatori che ogni anno in essa convergono da ogni parte del mondo per le più importanti manifestazioni.  E sarà lì per l'EXPO 2015.
 E tutto questo si è potuto realizzare con il solo esclusivo aiuto di centinaia di appassionati nel mondo grazie ad una entusiasta sottoscrizione cui tutti hanno aderito in varia misura ed al concreto aiuto dell'ENEL, del Gruppo Rovagnati, dell'Eberhard e dell'ASI.
 Questo è il RIAR.  Un monumento per uno stile.

Stefano d'Amico
Presidente Registro Italiano Alfa Romeo International Club

lunedì 23 ottobre 2017

"Ecco perché la storia dell'Alfa sconfina nella leggenda"







Ultimamente si parla di auto d'epoca solo per le polemiche del bollo. E anche se poi le classic car sono molto amate e corteggiate, poi nel mondo dei motori le parole più inflazionate sono glamour, trendy, fashion: esiste ancora spazio per la cultura nel mondo  dei motori? "Certo - spiega Stefano d'Amico, Presidente del Registro Italiano Alfa Romeo International Club, una delle prime e più prestigiose associazioni di appassionati di auto storiche - che i mutati stili di vita, le mode, alcune forme di globalizzazione e soprattutto un certo peso che si da oggi all'apparire piuttosto che all'essere, anche nel mondo dei motori, allontanano la gente dalla cultura e dalla voglia di approfondire.
I concorsi di eleganza sono sempre stati una fiera delle vanità, come tante note rievocazioni motoristiche, ma hanno comunque portato e promosso la conoscenza del saper fare, quasi sempre del "saper fare italiano", e di conseguenza il desiderio anche di un neofita curioso di approfondire di più e finire con l'appassionarsi, acculturarsi e propalare la propria passione.
Il mondo dei motori, particolarmente quello italiano appunto, offre un panorama culturale vastissimo che spazia dalla tecnologia allo stile, dallo sport al turismo invadendo quasi tutti i settori sociali degli ultimi 150 anni".

Una volta lei in un editoriale rispondendo alla domanda perché iscriversi al Riar, il Registro ItalianoAlfa Romeo, disse che è una grande opportunità che fa entrare l'appassionato 
nel mondo del Biscione dalla porta principale. Ce lo spieghi meglio.

"Il RIAR è stato fondato a Roma nel 1962 ( l'ASI nel 1966, n.d.r. ), nel pieno del boom economico e della ormai dimenticata ma affascinante " dolce vita " . Fondato da due persone molto agiate, ma più attente a ricercare e salvare dai vari rottamatori le automobili,e non solo quelle di marche prestigiose, piuttosto che passeggiare per via Veneto ! Il barone Giorgio Franchetti, noto mecenate e collezionista d'arte, per lo più di futurismo e avanguardie, il cui nonno era proprietario della Cà d'Oro a Venezia, e Francesco Santovetti, grande latifondista e collezionista di magnifiche auto anche lui, che ne fu primo Presidente.
Il RIAR vanta quindi non solo natali illustri ma anche ben 53 anni di vita che hanno permesso all'associazione di apprendere da grandi maestri e crescere con i loro insegnamenti avendo condiviso con essi memorie, esperienze, spirito, eleganza e passione.
Nel 1968 l'Alfa Romeo, ancora azienda di Stato nella sfera dell'IRI - Finmeccanica, intuì il potenziale di immagine e marketing che si celava dietro quei primi illustri appassionati e decise di " farli suoi " !
Per volere del Presidente dell'epoca, Giuseppe Luraghi, il RIAR fu trasferito in via Gattamelata al Portello e successivamente ad Arese diventando il Club ufficiale della Casa con la sede proprio a fianco di quello che nel 1976 divenne il suo Museo. Presidente ne fu nominato il conte Giovanni Lurani Cernuschi.
Ecco la porta principale per entrare nel mondo Alfa, ma per renderla tale era necessaria la lunga ma suggestiva premessa.  Non credo occorra altro per illustrarne opportunità e ... plus".

E’ così importante oggi avere il riconoscimento formale che la propria vettura risulta essere di interesse storico?

"Per quanto ci riguarda questa denominazione risulta oggi importante solo per accedere ad alcune normative tese a proteggere il nostro patrimonio storico motoristico con agevolazioni fiscali e assicurative. Anche se recenti e miopi disposizioni, mal presentate e mal condotte, stanno ponendo limiti a molti benefici.  Limiti che penalizzeranno gli appassionati e le vetture più giovani.
Viceversa il RIAR riconosce e definisce come storiche le vetture di cessata produzione Alfa Romeo che dopo un attento esame della nostra Commissione Tecnica, che ne certifica la perfetta rispondenza alle specifiche di origine, ricevono un attestato di omologazione o di autenticità che ne esalta storia e valore.   Questi sono documenti assai ambìti, strettamente legati alla vettura e alla sua storia nel tempo, che ne riconoscono la perfetta originalità e ne esaltano il valore in senso assoluto".  
 

Uno dei punti forti di ogni club è approfondire la conoscenza del marchio. Un lavoro improbo con un brand come quello dell’ Alfa Romeo che ha una storia infinita...

"Si, una storia infinita, come quella peraltro dell'Alfa Romeo.  Una storia che per nostra fortuna sembra ancora ben continuare. Il Museo di Arese avrà tra breve una vita nuova e più brillante e la Casa, oltre il recente stupendo modello molto sportivo, la 4C, ha presentato un programma di rilancio suggestivo ed ambizioso, considerati anche i tempi.  Persino la Ferrari F1 riporta oggi il marchio Alfa Romeo, chiaro segnale di rilancio che parte da lontano ...
Ma impegno costante del RIAR, anche e soprattutto nei periodi più grigi dell'Azienda, è sempre stato quello di promuovere in Italia e nel mondo, con eventi prestigiosi e pubblicazioni di notevole spessore tradotte anche in inglese, l'immagine e la conoscenza di un marchio leggendario che ha sempre reso onore e gloria al nostro paese. Un lavoro per noi non improbo perchè sorretto, gratuitamente e con entusiasmo, da una grande passione.  Henry Ford pare che dicesse " quando passa un' Alfa Romeo mi levo il cappello ". Ebbene, devo riconoscere che quando abbiamo organizzato nostri eventi in ogni parte del mondo, non solo in Italia, ci hanno sempre e ovunque accolto con totale disponibilità aprendo ogni porta. Questo è il mito Alfa Romeo".

C’è ancora spazio oggi per condividere entusiasmi ed iniziative?

"L'Alfa Romeo ha davvero una storia esaltante che oggi ha già sconfinato nella leggenda.  Per essa hanno corso e raggiunto traguardi spesso impossibili piloti dai nomi ormai leggendari. Nell'orbita Alfa Romeo si sono formati e sono cresciuti personaggi come Enzo Ferrari, designers come Zagato, Pinin Farina, Bertone, ...
Si, credo ci sia ancora moltissimo spazio per sognare, entusiasmarsi e creare sempre nuove iniziative.  Proprio Enzo Ferrari diceva che la migliore vittoria è quella che deve ancora arrivare".

Ci sono cose che nel recente passato le hanno lasciato l’amaro in bocca o il mondo del club è solo passione e amore?

"Purtroppo si. Lei ha parlato spesso di conoscenza e di cultura. Oggi sono qualità, ahinoi in via di estinzione. Esse vengono sostituite assai spesso dall'arroganza e dalla presunzione, in ogni ambito, non solo nel nostro campo. Molti "sedicenti" appassionati scambiano spesso quella che potrebbe essere una bella passione con una vera e propria esaltazione che a sua volta danneggia persino il marchio che indegnamente rappresentano. Questo è frutto appunto di profonda ignoranza e scarsa lungimiranza che, come si sa, lasciano spazio al sorgere di iniziative e sentimenti che non hanno certo nulla a che vedere con l'amore e la passione.

E quello che il RIAR cerca di fare, promuovendo, come detto, conoscenza e cultura. Con stile.
Il RIAR con i suoi 53 anni di vita dedicati alla genuina e sana passione per l'Alfa Romeo, al cui marchio è rimasto sempre fedele al di là dell'azionista, conferma in ogni iniziativa, organizzata nell'arco di mezzo secolo, una passione forte ed immutata alla quale si sono ispirati centinaia di ottimi Club in tutto il mondo. Le mele marce poi sono ovunque...".

Aiutate anche i soci ad ottenere benefici fiscali e assicurativi ?

"Domanda non bella e pure imbarazzante... Iniziamo. Si, abbiamo aiutato non solo i nostri Soci ma tutti gli appassionati ad ottenere benefici fiscali e assicurativi, spesso dimenticando i nostri principi statutari che definiscono la nostra una semplice associazione di semplici appassionati che si riuniscono per il solo semplice piacere di condividere la loro passione. E basta.
Ma è proprio la passione ad alimentare la volontà, potendolo fare, di recare dei servizi o dei benefici ai propri associati.
E infatti il RIAR ad inizio anni '80 fu ideatore e promotore di un disegno di Legge poi attuato grazie all'intervento dell'allora Presidente ASI, on. Rossi di Montelera, in cui veniva riconosciuta l'esenzione dal pagamento della tassa di possesso a tutti i veicoli iscritti ( fare attenzione alla denominazione che evidenzia la paternità dell'iniziativa ) ai Registri Alfa Romeo, ASI, FIAT e Lancia. Questa legge era ovviamente tesa a tutelare il patrimonio motoristico italiano aiutando i collezionisti a mantenerlo tale.
L'uso non controllato  spesso porta ad un abuso, come la voglia di far proseliti senza badare ad altro, e negli ultimi anni si è assistito al riconoscimento ( sottolineo non da parte nostra ) di vetture ed altri mezzi a motore che di interesse storico non avevano neppure il loro progettista !  E la macchina dello Stato, piuttosto assetata di questi tempi, ha ritenuto di annullare tali benefici per le vetture dai 20 ai 30 anni di età, tra cui moltissime Euro 0 quindi maggiormente colpite dalle imposizioni previste.
Questo penalizza i molti appassionati più giovani come le vetture che loro amano e che noi da tempo stiamo tentando di proteggere con la " lista chiusa ".  Un elenco cioè di vetture di reale e comprovato interesse storico che meritano di essere tutelate ma che purtroppo, grazie ai citati abusi, stanno finendo tutte all'estero a meno di sensibili sacrifici dei proprietari.  Alcune Regioni non si sono adeguate alle recenti disposizioni e la confusione, mi sembra, regni come sempre sovrana.
Le vetture definite di interesse storico sono state riconosciute anche da molte compagnie di assicurazione che, considerato il loro utilizzo modesto, applicano, anzi applicavano, premi di particolare favore.
Anche qui però, grazie agli abusi di ogni genere commessi, molte compagnie si stanno tirando indietro, con buona pace dei galantuomini".

Fra i tanti raduni che il RIAR organizza annualmente sia in Italia che all'estero quali sono stati quelli più belli?

"Il più bello mi auguro, come diceva appunto Enzo Ferrari, sia sempre quello che deve ancora arrivare. Molte Alfa Romeo parteciparono al Centenario dell'Unità d'Italia con il Rallye Italia 61, un evento lontano ma da cui nacque il RIAR. Ed il RIAR oltre a essere stato l'inventore e l'organizzatore  delle più note manifestazioni rievocative, come la Mille Miglia nel 1968, la Milano - San Remo nel 1969, la Targa Florio nel 1973, ha organizzato eventi ovunque. Ricordo l'inaugurazione del Museo di Arese nel 1976; e ancora un affascinante raduno con centinaia di Alfa Romeo negli USA, a Laguna Seca nel 1985; e poi tanti raduni a partecipazione internazionale in tutta Europa. E recentissimi il nostro evento a Cremona per i 50 anni del RIAR; il 50° dell'Autodelta a Monza con centinaia di Alfa da tutto il mondo e i grandi piloti del passato; e lo scorso anno il 60° della Giulietta tra Mantova, città di Nuvolari e Verona, città di Giulietta e Romeo, raduno decantato persino dal New York Times!

Molto suggestivo anche il raduno del Centenario Alfa Romeo nel 2010 con appassionati giunti da ogni parte del mondo.  In quella occasione il RIAR ha inaugurato uno spettacolare monumento all'Alfa Romeo grazie ad una sottoscrizione internazionale realizzato dal Centro Stile Alfa Romeo e dal Maestro Agostino Bonalumi. Il monumento è posto all'ingresso della Fiera di Milano Rho e saluta ogni anno milioni di visitatori.  E tra breve quelli dell'Expò.

I vostri soci possono entrare in contatto diretto con i più importanti e riconosciuti esperti di Alfa Romeo della vostra Commissione Tecnica ?

La nostra Commissione Tecnica è uno dei cardini del RIAR. Improntata su una consolidata e comprovata esperienza, dispone di un archivio documentale di grande importanza storica. Il parere dei nostri tecnici è divenuto premessa essenziale per la vendita di vetture storiche Alfa Romeo nelle più importanti aste internazionali.
Ogni appassionato, e non solo i nostri Soci, può fare riferimento ad essa per ogni informazione.
La Commissione Tecnica del RIAR è apprezzata e riconosciuta ormai da anni ovunque e il loro parere è continuamente richiesto dai collezionisti di tutto il mondo.

Aiutate quindi anche i soci nel corretto restauro?

"Naturalmente e anche tramite la nostra Commissione Tecnica. Lo stiamo facendo proprio in questi giorni con alcuni collezionisti russi e olandesi. Molti restauri seguiti dagli esperti del RIAR hanno consentito a diverse Alfa Romeo di aggiudicarsi i più importanti concorsi internazionali".

Avere a disposizione una banca dati ed un poderoso archivio storico riguardo alla storia, la tecnica, gli uomini che hanno fatto l’Alfa Romeo, nonché alle auto dal 1910 alle più moderne, insieme ad ogni più dettagliata e ufficiale informazione dal Centro Documentazione Alfa Romeo. Come gestite questa mole immensa di cultura e storia ?

"La gestiamo molto bene e ne incrementiamo il valore promuovendo da 50 anni una migliore e più profonda conoscenza della storia dell'Alfa. Con pubblicazioni molto attente e arricchite da immagini e documenti spesso inediti che ne esaltano l'immagine ma soprattutto offrendo ai nostri tecnici e ai nostri Soci conoscenza e competenza per garantire alle Alfa Romeo di cessata produzione la massima attendibilità e rispondenza alle specifiche di origine. Elementi e conoscenze necessari anche per individuare falsi o repliche varie, parziali o totali. Le Alfa Romeo sono molto " amate " dai ... nuovi costruttori".

Che effetto le fa essere in perenne contatto con Club di Alfisti in Italia e nel mondo?

"Ci da la soddisfazione di portare molte associazioni di appassionati Alfisti a seguire il nostro stile offrendo loro la nostra esperienza e disponibilità e a coordinarne attività, svolte spesso in comune. Ma con l'Alfa Romeo è un gioco facile. E' una passione che accomuna i benpensanti con facilità ed entusiasmo".

Quali sono i requisiti richiesti per iscriversi al Riar, oltre ovviamente a possedere una vettura Alfa Romeo?

"Un solo requisito. La condivisione. Condividere non solo una sana comune passione, lontana da pensieri fiscali e assicurativi, ma il piacere di stare insieme guidando questi vecchi ferri godendo delle sensazioni e delle emozioni che ancora sanno regalare con generosità ai loro proprietari.  Magari lungo strade insolite e deserte".

lunedì 16 ottobre 2017

A proposito del RIAR e la sua famosa "Lista Chiusa" Alfa Romeo

Ma perchè una lista chiusa? Perchè una definizione che sa tanto di esclusione, di riservatezza , di off limits?

Ecco qua il perchè. Il RIAR persegue da oltre 50 anni il fine di salvaguardare e promuovere il patrimonio storico e culturale dell'Alfa Romeo, una delle eccellenze del nostro paese universalmente riconosciuta. E questo impegno che si protrae da mezzo secolo ( con un'Alfa che ha cento anni ! ) ha dato i suoi frutti. Un impegno che, grazie al RIAR, ha portato le storiche Alfa in giro per il mondo, anche nei momenti di maggior torpore dell'Azienda, tenendo alta una bandiera simbolo di passione costante ed evidente eccellenza. Basti solo ricordare che il RIAR nel 1968 ha inventato la Mille Miglia storica, seguita l'anno successivo dalla Milano - San Remo e nel 1973 dalla Targa Florio storica, quindi dal gran raduno a Lacuna Seca negli USA, .... e ovunque nel mondo sempre a raccontare, con a fianco un vero e proprio museo itinerante dei propri Soci, la magnifica storia dell'Alfa elevandone immagine e valori.

E ora si scopre che le Alfa Romeo di cessata produzione sono tra le vetture più ambite non solo di ogni collezionista o semplice appassionato ma anche di coloro che di esse fanno oggetto di compravendita. Nessuno è mai rimasto deluso da esse. E se lo è stato ciò è avvenuto perchè ha ceduto la propria " vecchia " Alfa Romeo. Le grandi aste internazionali o anche i semplici mercatini nazionali hanno sempre premiato le nobili auto milanesi. Nobili, appunto. Autonobili, perchè rappresentate non solo da un marchio indiscutibilmente ed assolutamente storico, quello dei Visconti di Milano, già guerrieri alle Crociate, ma sopratutto perchè esse hanno sempre rappresentato l'Italia operosa e ingegnosa, leggiadra e sportiva, temeraria e vincente.

Il RIAR è legato quindi a una tradizione che vuole e deve continuare secondo principi legati alla salvaguardia di un patrimonio storico prestigioso e prezioso, meritevole di essere rispettato e tutelato sopratutto oggi che si tende a dimenticare o ignorare uomini e valori che hanno reso onore al nostro paese.

E ora si torna alla nostra Lista Chiusa.

Essa non è altro che un semplice elenco di recenti modelli Alfa Romeo di cessata produzione che, come potete vedere dall'Allegato, sono stati prodotti fino al 31 dicembre 1996 nonchè quelli elencati nella Lista prodotti dal 1 gennaio 1997 purchè in ottime condizioni di conservazione o restauro.  E' una lista davvero molto ampia e racchiude la più recente produzione di vetture Alfa Romeo non ancora " ufficialmente " di interesse storico ma assolutamente meritevoli di essere protette, tutelate e ... messe da parte !  Questo appunto per mantener viva una tradizione che deve continuare ma anche per aiutare gli appassionati,  particolarmente i più giovani, spronandoli a non disperdere queste auto anche grazie ad alcuni benefici economici particolarmente assicurativi, visto che via via molte regioni italiane stanno eliminando quelli fiscali.

Esse, proprio grazie a questo elenco, hanno cominciato a essere custodite dai loro proprietari e ad essere usate in modo diverso, più attento e rispettoso, consapevoli di avere comunque fra le mani una vettura particolare dal marchio glorioso ed universalmente amato.
Grazie a questo elenco il RIAR ha tutelato e "salvato" da esportazione o addirittura rottamazione tante vetture che rappresentano comunque momenti di storia industriale e sociale  importanti e significativi restituendo ad esse dignità e valore. Non vecchie  auto usate ma autonobili, perchè dietro e dentro le loro fattezze si cela infatti una ricchezza centenaria di storia, di immagine, di eccellenza. Tutte caratteristiche che questo Marchio ancora racchiude.

Questa la precisa strategia del Registro Italiano Alfa Romeo (RIAR), Club ufficiale della Casa, che persegue, sin dalla sua fondazione nel 1962, il fine di salvaguardare il patrimonio storico e culturale del Marchio promuovendo iniziative in vari campi che ne esaltino immagine e conoscenza come peraltro ampiamente raccontato ed illustrato nel sito www.riar.it.


Stefano d'Amico  
Presidente Registro Italiano Alfa Romeo International Club

venerdì 6 ottobre 2017

1939. Da Massaua ad Addis Abeba in Coloniale


Ad Asmara nel 1939 davanti alla sede dell'Alfa Romeo
Più di 20 anni fa passai un intero pomeriggio in quella che un tempo era definita l'AOI, Africa Orientale Italiana.  Soltanto che invece di essere ad Asmara o Addis Abeba ero a Milano, vicino Piazza Cinque Giornate. Ero andato a trovare Gian Battista Guidotti, proprio lui, il compagno di Nuvolari nella mitica e vittoriosa Mille Miglia del 1930, quella dei fari spenti.

Ed ero con Bruno Bonini, uno dei sette famosi collaudatori dell'Alfa e discepolo appunto del Guidotti. I sette uomini d'oro li chiamavano. Loro non ci sono più, come non c'è più gente come loro, ma vive il ricordo suggestivo ed intenso di quel pomeriggio quando, forse spronato da qualche bicchierino di troppo di un buon marsala distribuito dalla Signora Guidotti, Gianbattista " partì " per l'Africa. Aprì un polveroso album di fotografie ingiallite e ... fummo anche noi in mare sulla motonave Umbria alla volta dell'Eritrea. Tappa a Bengasi, in Cirenaica, per giungere infine a Massaua e scaricare alcune 6C 2500 Coloniale destinate alle nostre truppe. I venti di guerra erano sempre più vicini ed impetuosi. Il Guidotti doveva collaudare alcune vetture e presentarle al Duca Amedeo D'Aosta, il Duca di ferro, Governatore dell'Africa Orientale Italiana e futuro eroe dell'Amba Alagi.

Da Massaua ad Asmara si passa per Dogali dove nel 1887 gli italiani del Col. De Cristoforis subirono una cocente sconfitta dalle truppe abissine di ras Alula e Guidotti raccontava che si fermarono con le quattro 2500 sulla storica collinetta per rendere omaggio a quei morti.  Alcuni dell'Alfa e vari notabili italiani partirono invece in treno con la più comoda "Littorina".

Raccontava che ad Asmara furono ricevuti dal direttore della locale sede Alfa Romeo e dai notabili della città  in uniforme. Fu un susseguirsi di inviti e magnifiche gite nei dintorni tra cui una davvero suggestiva con due Coloniali piene di ospiti e relative signore fino all'antico convento di Bizen in cima ad una montagna dove un monaco spiritato benedisse il gruppo italiano e il cibo al sacco che volle ovviamente "collaudare" anche lui.

Mai un problema per le incredibili vetture "tout terrain" che si spinsero fino al Lago Tana lungo guadi e mulattiere apparentemente impraticabili, ma non per le Alfa. L'intenzione era di raggiungere il Nilo Azzurro. Gli impegni del Duca D'Aosta e le impellenti necessità militari non consentirono però ulteriori avventure.
Addis Abeba 1939 il Duca d’Aosta con il Gen. Masi e
l’Ing. Battagliola di Alfa Romeo con la 2500 Coloniale

Ma com'era emozionante sentire ancora l'entusiasmo dei ricordi nella voce lenta ma scorrevole di quell'uomo, e l'amore per l'Alfa compagna anch'essa di un'intera vita ormai al tramonto, come quel sole africano che lo aveva accompagnato nel suo viaggio. Scorrevano i nomi dei villaggi e dei nostri coloni che avevano via via ospitato la brigata italiana. Cheren, Nafca,... il ristorante da Peppino con poche camere, telefono e telegrafo, e poi i magnifici agrumi di alcuni coloni siciliani, la ospitale famiglia Spampinato, con due giovani figliole bellissime, una si chiamava Rachele .... Quasi 80 anni fa. Dove siete Uomini d'Italia che avete sparso sudore e pianti in quelle terre lontane lasciando laggiù strade, case, scuole, ospedali, pozzi e acquedotti, campi coltivati...

Ci lasciammo e ce ne andammo commossi. In cuor nostro sapevamo che non ci saremmo più rivisti. Era già notte ed ebbi freddo. Una notte strana quella, sembrava voler afferrare anche il Bonini ....  Lo raggiunse invece a Spa, mentre guidava una GTA della Scuderia del Portello.

Triste fine nel 1940 anche per la Nave Umbria autoaffondatasi nel Mar Rosso, in Sudan, per non essere catturata da navi inglesi, giusto un giorno prima di arrivare a Massaua. Giace ancora lì a 40 metri; è diventata un monumento di corallo e nella sua stiva i subacquei possono vedere tra varie Fiat anche alcune 6C 2500 Coloniale mai arrivate a destinazione provando una struggente emozione nel far scorrere la mano sul cofano e scoprire il rosso ancora vivo del marchio Alfa Romeo mentre tutt'intorno si affollano curiosi centinaia di pesci colorati che gli fanno eterno onore.



Quando vincevano le Alfa. E pensare che si chiamavano P2...



1925. L'Alfa - Anonima Lombarda Fabbrica Automobili -, giovane Casa automobilistica milanese nata dalla fallita francese Darraq si sta facendo sempre più largo a suon di vittorie clamorose nel mondo esclusivo delle corse.

Erano tempi eroici quelli, fatti di grandi scoperte e di grandi imprese dovute anche alla ferma voglia di "rinascita" dopo una devastante drammatica guerra mondiale durata circa quattro anni.
Albert Einstein formula la Teoria della Relatività, Howard Carter scopre la tomba del faraone Tutankamon; Lindbergh sorvola l'Atlantico; in Italia trionfa la scuola di via Panisperna per le eccezionali scoperte nel mondo della fisica con l'automobile che si fa sempre più strada; si inaugura infatti la Milano - Laghi, prima autostrada al mondo, e nel 1925 l'Alfa Romeo, dopo aver dominato l'anno prima in Sicilia alla Targa Florio, stravince il primo campionato del mondo di automobilismo e da allora il suo stemma fu circondato e si gloriò di una corona d'alloro che durò fino a inizio anni '70.

Il merito va non certo al Regime dell'epoca che promuove la propria immagine ed esalta la prestigiosa "italianissima" vittoria ma a un manipolo di tecnici che crearono una vettura eccezionale, la P2. Non era quella di Licio Gelli, ma un perfetto strumento di battaglia che sopratutto nelle mani capaci di piloti come Campari ed Ascari ( ed anche per poco di un "certo" Enzo Ferrari ) dettò legge per vari anni in ogni competizione sportiva. Grazie poi alla sua brillante longevità, arrivò persino a conquistare una combattuta Targa Florio nel 1930 con Achille Varzi facendo entrare a pieno titolo la storia dell'Alfa nella leggenda.

E pensate che in Alfa non era ancora arrivato Tazio Nuvolari...

Erano dei pionieri quei primi tecnici, estrosi ed abilissimi, attenti a tutte le più avanzate tecnologie che quei tempi proponevano. Capo indiscusso ne era Vittorio Jano, " scoperto " da Enzo Ferrari in Fiat e portato subito in Alfa. Ferrari già cominciava a far capire di che pasta fosse fatto, più come organizzatore e aggregatore di uomini che come pilota. Jano progettò tutte le più significative Alfa Romeo e lo schema dei suoi motori, leggeri e potenti, fu poi la base di ogni successo, commerciale e sportivo, della Casa milanese fino ai nostri tempi!

La P2. Fu una vettura eccezionale; entrò in azione nel 1924 al Circuito di Cremona, stravinse con Antonio Ascari e divenne la protagonista del suo tempo.  Le vetture milanesi fecero letteralmente il vuoto dietro a loro, particolarmente ai Gran Premi di Francia e d'Italia, dove alle Alfa fu persino dato l'ordine di rallentare ! Le competizioni del tempo erano state fino ad allora appannaggio delle  Bugatti, delle Sunbeam, delle Delage  e sopratutto della FIAT con le 801 e 805 GP. Lo smacco fu tale che il Senatore Agnelli ordinò addirittura il ritiro della casa dalle corse e la distruzione totale delle sue vetture da Gran Premio.

Il Gran Premio di Francia a Montlery nel 1925 fu offuscato dalla morte del grande Ascari e in segno di lutto Nicola Romeo ritirò la squadra mentre i meccanici imballavano quei potenti motori ben oltre i 7500 giri previsti in segno di estremo saluto al grande Campione. Un rombo poderoso e straziante che molti testimoni e giornalisti ricordarono per anni. Fu così il conte toscano Gastone Brilli Peri a regalare all'Alfa e all'Italia il Primo Campionato del Mondo stravinto a Monza lo stesso anno, in settembre. Come sempre.

Chissà se quel glorioso antico stemma, comparso di recente sulle Ferrari F1, non significhi qualcosa e non riaccenda sopiti entusiasmi e accese tifoserie.