giovedì 26 ottobre 2017

Il Monumento all'Alfa Romeo raccontato da Stefano d'Amico



 L'Alfa Romeo è indiscutibilmente una delle più note Case automobilistiche del mondo e nel 2010 ha compiuto ben 100 anni.  Pensate quale evento straordinario esso sia stato per una Azienda tuttora in attività la cui storia ormai sconfina nella leggenda.  Una Azienda otre cento anni fa non certo piccola, la nostra ALFA; nata dal fallimento di un'altra casa automobilistica, la Darraq, essa ha avuto sempre una vita piuttosto travagliata, continuamente gravata da agitazioni sindacali, mutamenti di assetti societari, problemi economici, due grandi conflitti bellici, scioperi, sabotaggi e attentati, agitazioni continue ed ingerenze politiche di ogni genere, ... Eppure, malgrado tutto, da quelle celebri officine del Portello e di Arese, dove "i meccanici sapevano fare i guanti alla mosche !", come diceva Enzo Ferrari, sono venute fuori vetture famose, guidate da piloti entrati anche essi nella leggenda, che hanno vinto tutto quello che c'era da vincere sulle piste e sulle strade di tutto il mondo. E non solo con automobili.

 Il suo stemma, l'antico Biscione della nobile famiglia dei Visconti di Milano, che risale addirittura al sec. XI°, l'epoca delle Crociate, ha sempre conquistato il cuore di ogni sportivo e ovunque fatto esclamare: "E' un'Alfa Romeo!". E il Quadrifoglio, un simbolo della fortuna che, bisogna riconoscere, ha comunque sempre accompagnato la vita dell'Alfa, posto sui suoi cofani ha identificato l'anima sportiva e l'aggressività di tutte le vetture del "Biscione".  Simboli ancora vivi per un mito immortale.
 Ebbene, oggi là, al Portello, dove un tempo sorgevano quei famosi stabilimenti i cui prodotti hanno oscurato più di una volta la fama di Case ben più potenti, sorge oggi un grande centro commerciale che, pur con avveniristiche architetture, non ha niente che ricordi i famosi progettisti come Merosi, Jano, Satta Puliga, Chiti, ... che  in quei luoghi hanno creato dei capolavori oppure quei piloti che li hanno sempre portati al successo come Campari, Nuvolari, Fangio, .... ed infiniti altri.   E con loro i carrozzieri che di quei capolavori di meccanica hanno fatto incredibili opere d'arte: Zagato, Touring, Castagna, Pininfarina, ... Persino Enzo Ferrari, che in Alfa e con l'Alfa ha costruito il suo successo e la sua gloria, ha sempre dichiarato che l'Alfa Romeo fu per lui gran maestra di vita e da essa ha tratto i più importanti insegnamenti per la sua esistenza !

 Fino al 2010 nulla più esisteva a Milano o nel mondo che ricordasse degnamente la Casa che noi amiamo, o le sue vetture, anche le più moderne, che ancora sanno dare tante emozioni e piaceri a chiunque abbia la fortuna di guidarle.  Ognuna di esse racconta e rappresenta tuttoggi una storia affascinante fatta di uomini con la voglia di vincere. Sempre. Questa era una ingiustificata "damnatio memoriae" che l'Alfa proprio non meritava e noi del RIAR non potevamo accettare.

 Ed è proprio per questo che il Registro Italiano Alfa Romeo (RIAR), che dal 1962 vive in Alfa e riunisce tanti appassionati nel mondo, ha  voluto rendersi, anche in loro nome e rappresentanza, promotore di una iniziativa che finalmente e definitivamente ricordasse ai posteri la Casa milanese e quanto essa sia stata importante nei nostri cuori e nella storia dell'automobilismo. E' pertanto con questo spirito che, con l' occasione delle celebrazioni del Centenario Alfa Romeo (1910 - 2010),  si è voluto realizzare un monumento da offrire alla Città di Milano e agli appassionati ma da collocare soprattutto in un'area di grande impatto emotivo e comunque di grande frequentazione.  Un monumento a ricordo e in omaggio per coloro che hanno reso la storia dell'Alfa una leggenda immortale che ha sempre esaltato il genio, lo stile e l'eccellenza del " fare " italiano.
 Il progetto del monumento voluto dal RIAR, firmato da Antonio Rosti e Ramon Sellers, è stato l'ultimo lavoro in assoluto eseguito dal Centro Stile Alfa Romeo di Arese, prima del suo trasferimento a Torino, e ha voluto trovare ispirazione nella vettura 1900 C52 " Disco Volante " degli anni '50 le cui linee avveniristiche, perfetta simbiosi tra passato e futuro, sono un inno al design e alla velocità.   E il tutto doveva essere realizzato in bronzo ... così da durare nel tempo e nella memoria.  Per far confluire però le pur stupende forme di un' automobile in una scultura ci voleva un grande artista.  Meglio ancora se milanese, data la storia dell'Alfa.

 Il Maestro Agostino Bonalumi (frequentando lo studio di Enrico Baj dove conobbe Lucio Fontana, Piero Manzoni ed Enrico Castellani divenne uno dei più grandi Maestri dell'arte astratta del '900), recentemente scomparso, peraltro faceva parte del gruppo di artisti scoperti e promossi dal barone Giorgio Franchetti, cofondatore del RIAR nel 1962 con Francesco Santovetti, ci è subito sembrato la figura ideale cui affidare la realizzazione del nostro sogno.  Avevamo trovato il binomio perfetto : il Centro Stile di Arese ed Agostino Bonalumi.

 Le linee dell'automobile si sono così fuse con le steli e le estroflessioni di circa quattro metri dedicate all'Alfa da Bonalumi. Il Maestro con le sue famose estroflessioni, che sembra nascondino musi, parafanghi o appendici aerodinamiche di Alfa, ne ha infatti letteralmente elevato il valore artistico e culturale verticalizzando le forme sinuose della vettura in una simbiosi di arte e velocità, come se il vento ne avesse formato le linee e trasformato il basamento in una pista di decollo.
 L'automobile è simbolicamente la velocità, le colonne sono gli obelischi della civiltà contemporanea.  Le superbe steli che erette richiamano l'attenzione sull'aerodinamicità dell'elemento orizzontale, ricavato dalle curve flessuose di una vettura del Museo di Arese ma che, rispetto al modello originale, la Disco Volante, ne hanno snellito tutti gli elementi che la obbligano a stare in terra.  Non ci sono le ruote perchè sono superflue, non ci sono le maniglie perchè sono superflue, non i vetri perchè superflui e neppure il motore perchè è già nel cuore stesso della fusione.  Le curve che fuoriescono dagli elementi verticali dialogano con il muso dell'automobile, pur essendo tipici dell'arte di Bonalumi.  L'auto sembra fatta da lui e le colonne dal Centro Stile di Arese.

  La magnifica scultura di proprietà del RIAR, collocata davanti l'ingresso principale della Fiera di Milano Rho, dal 24 giugno 2010 da il benvenuto a milioni di visitatori che ogni anno in essa convergono da ogni parte del mondo per le più importanti manifestazioni.  E sarà lì per l'EXPO 2015.
 E tutto questo si è potuto realizzare con il solo esclusivo aiuto di centinaia di appassionati nel mondo grazie ad una entusiasta sottoscrizione cui tutti hanno aderito in varia misura ed al concreto aiuto dell'ENEL, del Gruppo Rovagnati, dell'Eberhard e dell'ASI.
 Questo è il RIAR.  Un monumento per uno stile.

Stefano d'Amico
Presidente Registro Italiano Alfa Romeo International Club