Ferrari e Luraghi |
Entrai nel vecchio cortile di via Gattamelata e, quasi tremando, mi guardai incontro. Poche cose erano cambiate. Sentii però un’aria più impersonale che annebbiò un poco la mia emozione. Luraghi, che avevo già conosciuto nel 1946 quando era direttore centrale alla Pirelli, fu con me quasi affettuoso. Non mi consentì di completare il ringraziamento, disse che era lieto di aver potuto fare per le mie macchine una piccola cosa dopo tutto quello che io avevo fatto per l’automobilismo italiano. …. Ricordammo il passato, parlammo di tante cose di ieri e di oggi. Sentii la delusione di questo uomo di antica tradizione democratica, di origini umanistiche. Sentii la sua amarezza nel vedersi prigioniero, lui così energico e volitivo, di realtà superiori. E quando uscii dalla mia cara e vecchia Alfa, pensai con amarezza che i programmi del suo presidente, che certamente tendevano a rinverdire i suoi allori, non soltanto sportivi, venivano rimandati a un vago futuro. Strano e contrariante destino degli uomini che restano fedeli alle idee. Destino che io ho dovuto più volte subire.
Gli stabilimenti Alfa Romeo al Portello negli anni ‘30
|
Ora tornava attuale ? Dall’incontro di Agnelli e Luraghi, come seppi, era nata infatti la proposta di partecipare insieme al rilevo della Ferrari, la quale avrebbe potuto così continuare i suoi programmi sportivi. Questa intesa Fiat-Alfa-Ferrari non si concretò …. Questi i principali fattori negativi di parte Alfa: gli oneri sorgenti da una attività che sarebbe risultata pubblicitariamente molto indiretta e il fatto di aver già avviato tecnico sportiva diretta con l’Autodelta.
Luraghi mi lasciò con una significativa stretta di mano. “Ferrari, concluse, il giorno in cui lei avesse a cessare i suoi rapporti con la Fiat, la mia società sarà onorata di legare a quello della Ferrari il suo nome”. …. La storia della Ferrari sarebbe potuta tornare alle origini ….. “